domenica 24 novembre 2013

Cos'è e com'è cambiato il COMMERCIO (e come ne siamo schiavi) - 1a parte -

All'inizio era IL BARATTO (SEMPLICE).

Tu dai una cosa a me e io una a te.
Il mio interesse combacia direttamente con il tuo interesse.
La mia fatica o la mia proprietà diventa tua in cambio di qualcosa che io stesso ritengo di vitale (ma anche nò) importanza.
Il valore del mio tempo, del mio sudore o della mia merce lo decido direttamente con la controparte (tu) e lo paragono / valuto congruo con quello che la stessa (controparte) mi offre.
esempi : 1 cesta di mele = 2 galline = una settimana di mio lavoro nei tuoi campi = un fagottino di semi di grano = un arco ben costruito = 1 mese di sesso con te (etero o omo sessuale aveva poca importanza) = una pelle di daino = il tuo aiuto nella costruzione di una barca  ...... e così via.
Questo aveva valore per il singolo così come per la comunità ed ogni individuo valeva uno e tanti.
Mi spiego :
facciamo l'ipotesi di due uomini / tribù / comunità della seconda età preistorica (o proto-storica) e poi della prima età classica.
1° caso (proto-storico)
Nel primo caso (preistorico) consideriamo che la distanza geografica tra la locazione delle due comunità in oggetto sia di molto inferiore rispetto a quelle considerate in età classica (dove il commercio si sviluppò su tratte più lunghe).
La prima comunità abita nella zona geografica dell'attuale Liguria , la seconda nell'attuale zona pedemontana o appenninica interna (dicasi "padania" per qualcuno). Entrambe le comunità sono composte da qualche villaggio di poche decine di elementi. Gli scambi tra le due società interesseranno sicuramente la varietà di cibo (pesce marino/pesce fluviale , carne ovina/bovina , olive/bacche etc;) così come il passaggio di bestiame o di individui stessi (vacche,galline,capre ma anche donne e bambini ove la cosa tornava utile ad entrambe le comunità; i maschi adulti difficilmente venivano scambiati a meno che non fossero reietti o colpevoli di gravi manchevolezze o ancora in qualche modo inutilizzabili dalla prima comunità ma fruttuosi alla seconda).
Sicuramente esisteva uno scambio abbozzato di manufatti ove,  per esempio, la prima comunità scambiava pietra ardesia con indumenti di pelli animale etc;)
Nei secoli le due popolazioni avevano un'idea piuttosto precisa del valore delle merci che andavano a scambiare.
Le merci in questione erano in se stesse modificabili nel pregio, assoggettate come erano a diverse variabili come queste:
a) la deperibilità, in particolare del cibo, anche solo nel tempo del trasporto (questo sarà anche il motivo che manterrà per migliaia di anni piuttosto "localizzate" le prelibatezze/specialità)
b) i periodi di carestia, che andavano a influenzare, anche in maniera notevole, un pò tutte le voci di scambio, incluso lo scambio di esseri umani (maggiore era la carestia e più si cercava di portare a diminuzione le bocche da sfamare nella comunità)
c) la distanza e le difficoltà che le comunità dovevano sostenere per il tragitto del traffico (molto meno difficoltoso era per esempio lo scambio tra comunità nelle pianura padana ove, aiutate dal notevole numero di corsi d'acqua navigabili effettuavano in tempi brevi tre/quattro volte percorsi più lunghi di quelli montani e con meno difficoltà/pericolosità dovute alle asperità dei sentieri)
d) il "passaggio di mano" che le merci effettuavano prima di essere consegnate alla comunità finale (dalla costa ligure alle coste lagunari del tri-veneto dovevano con tutta probabilità venire scambiate almeno tre volte) : ad ogni scambio era probabile se non sicuro che ci fosse un "valore aggiunto" dato dalla "comunità di passaggio" ovvero dalla intermediaria.
Quest'ultima voce era quasi sempre di plusvalenza e quindi quella che gravava maggiormente sulla merce.
Devo fare un chiarimento: perchè ho scelto l'Italia del Nord per questo esempio? Perchè (a mio parere) è tra tutti i posti (forse nel mondo) quello che più ben si addice alla varietà di proto-commercio allora esistente.
Ad ovest Liguri, al centro-nord Taurini (poi celti), ad est Veneti, più a nord i popoli celtici ed a sud gli etruschi ed i sardi (o popolo nuragico).
Ognuno di questi popoli aveva usanze,costumi, linguaggi e prodotti della terra/selvaggina/manifatture diverse tra di loro ed ognuno viveva in zone geografiche strettamente vicine ma anche quasi completamente differenti morfologicamente, con diverse necessità di trasporto.
Mare-montagna-collina-palude-fiume-lago, clima mediterraneo-alpino-continentale, in un fazzoletto di terra tutte queste differenze non potevano portare ad altro che ad un intensa ramificazione commerciale senza divenire però un grande terreno di battaglia.
Chi tra i sardi avrebbe voluto trasferirsi nella paludosa, fredda pianura padana? e chi tra i veneti in quella terra-dura e a strapiombo del litorale ligure?
Per migliaia di anni queste furono le ragioni di una convivenza più o meno pacifica (razzie a parte) tra le comunità lì stanziate.
Conclusione :
In un mondo non avido lo scambio "giusto" tra gli uomini (lo "scambio" inteso come dare/ricevere cibo non esiste tra gli altri animali) non avrebbe portato ad una ricerca di aumento dell'area di stanziamento: l'incremento di popolazione, vista l'enorme quantità di territorio a disposizione non era uno sprono tale da effettuare vere e proprie guerre tra le parti.
Ma, come vedremo nel 2°caso, l'avidità umana subirà un'impennata.

Poi venne l'età classica e con essa il BARATTO "MEDIATO"
2° caso (età pre-classica)
Mentre il Nord Italia si era stabilizzato aveva ormai consolidata una specie di "pax-commercii" altrove , più in particolare in Persia e Grecia, si era sviluppato un nuovo tipo di "contratto", quello del baratto mediato: era nato il Denaro.
No, non era ancora la Moneta, ma era qualcosa che permetteva di valorizzare le merci e gli scambi con una uniformità mai raggiunta prima: una specie di "Unità di Misura" cui si doveva sottostare e con cui si poteva comparare la rendita effettiva di questo o quel prodotto.
Prima del VII sec. A.C. gli Elleni, i Fenici, i Persiani pur se per differenti motivazioni arrivarono ad adottare una specie di merce di interscambio che mantenesse gli scambi interni ed esterni ad un livello controllabile di altalenanza con ripercussioni anche notevoli sul sistema di vita degli abitanti interessati da questa "rivoluzione".
Per esempio, nell'impero Persiano, date le sue incredibili dimensioni, si rese necessario utilizzare qualcosa che, dalle frontiere occidentali a quelle orientali, fosse la merce di scambio cui fare riferimento in ogni baratto (nel caso specifico credo fosse il sale).
Per gli Elleni (i Greci) ed i Fenici la questione si poneva sotto una necessità di scambio non troppo dissimile da quella persiana: quella di commerciare con popoli distanti da loro, raggiungibili via mare e spesso di etnie diverse.
Ecco allora che : una vacca = un sacco di sale / un sacco di sale = venti galline ; una spada = 2 sacchi di sale / due sacchi di sale = una canoa ; etc;
Voi mi direte: "E allora cosa cambia? Era meglio il baratto semplice no?"
E io vi rispondo : "Si ...  e No"
Il sale (nel caso dei persiani, in quello dei greci/fenici usavano ceramiche, vetro ed altro) diventa sì un mezzo di valore di scambio (oggi potremmo definirlo un "parametro di valuta") ma non solo.
Poniamo il caso che la prima nave fenicia fosse giunta in Liguria ed avesse comprato del bestiame e dell'ardesia dando in cambio delle anfore di vino e delle ceramiche, se l'anno seguente tale scambio non potesse avvenire in quanto le viti non hanno avuto la resa dell'anno precedente e perchè la richiesta di ceramiche da parte dei liguri non si era modificata dall'anno precedente  il commerciante fenicio opererebbe solo la metà del baratto previsto. Un disastro.
Stessa cosa se per una qualche motivazione (carestia, razzia, epidemia) lo scambio avesse subito dissimili risultati nel corso dei successivi anni (anche per motivi contrari a quelli elencati quali l'eccedenza di prodotto, invendibile sul momento, oppure l'innalzamento delle pretese di scambio da parte degli interlocutori che volevano più vino a parità di ardesia per esempio).
La cattiva riuscita del commercio dipendeva da troppe variabili spesso imprevedibili e questo non andava bene.
Dando ad un bene il valore di "Unità di Misura" o "unità di confronto" se preferite si otteneva due cose:
1-(da parte del Ligure) qualora il venditore non desiderasse ricevere, in cambio del bene ceduto (ardesia) il bene proposto (ceramica), poteva rifiutare il bene proposto oppure accettarlo per poi provare a sua volta a scambiarlo con altri in cambio di merce gradita o ancora (possibilità prima inesistente) accettare una merce che consenta di ottenere (sicuramente) quanto desiderato (presso altri interlocutori oppure con lo stesso ma la prossima volta) .
2-(da parte del Fenicio) il commercio era avvenuto con pieno successo a prescindere dal debito contratto col Ligure o meno.
In effetti, però quello che si veniva a creare era qualcosa di intrinsicamente più complicato, dalle conseguenze incredibilmente inimmaginabili sul futuro della comunità Ligure (o di quelle che entravano in contatto con un simile tipo di commercio) era la nascita del proto-capitale (vi piace la parola? l'ho coniata io, in questo momento [sono vietati i commenti...]).
Vediamo meglio :
Poniamo che il bene U.d.M. sia in questo caso monili di vetro colorato.
Il Ligure avrà la sicurezza che la sua merce prodotta ha dato comunque la redditività prevista poichè con il vetro colorato ricevuto in cambio andrà dal vicino Celta e da lui comprerà comunque la merce di cui abbisogna effettivamente.
Ma, volendo, se quell'anno il raccolto si era rivelato abbondante, poteva tenersi gli oggetti colorati e scambiarli la prossima volta col grano fenicio in caso l'anno prossimo fossero colpiti da carestia. Questo voleva dire un passo verso l'allontanamento delle condizioni geografiche e climatiche del sito di appartenenza.
Da parte del Fenicio il bene U.d.M. dava la certezza di quella continuità nei commerci altrimenti impossibile.
Da parte di tutti e due il vetro colorato diventava però, automaticamente, non solo un bene di interscambio ma IL Bene d'Interscambio ovvero la merce più preziosa di cui entrare in possesso (un pò come il Jolly nelle carte da gioco...).
Pensateci bene: io ho nominato il sale o il monile di vetro ma poteva essere ambra, rame, oro,argento o qualsiasi altro prodotto avente almeno una caratteristica importantissima: l'indeperibilità ossia non doveva modificarsi nel tempo (o almeno in maniera insignificante).
Anzi questi ultimi erano meglio del sale o dei monili in vetro poichè univano alla caratteristica sopracitata una seconda altrettanto importante: l'indistruttibilità (il sale poteva sciogliersi nell'acqua e quindi era sempre a rischio, il vetro bè .....)
ambra grezza
oro in natura

rame grezzo
Ciò permetteva da parte del fenicio, nello stivaggio sulla nave, e del Ligure, nei percorsi montani da effettuare per raggiungere la pianura padana, di evitare la distruzione del bene U.d.M. durante i tragitti. (immaginate caricare sulla stessa imbarcazione dei cammelli e dei vasi di vetro?).
Ora, a guardare bene, le prime tre voci del baratto che influivano sul valore della merce di scambio (vedi a) b) c) all'inizio) erano state notevolmente ridotte d'importanza o se volete, calmierate dall'arrivo del bene U.d.M., fin qui tutto positivo ... e questo vale per la risposta "No" scritta più sopra.
Cosa rimane ancora? ah sì la voce  d) di plusvalore della merce nel baratto. Beh quella è rimasta e , a lungo andare, darà fastidio al ligure, al fenicio, al greco ed al persiano (ma anche a tutti gli altri popoli della terra).
Purtroppo l'eliminazione dell' intermediario commerciale diverrà uno dei motivi principali di ricerca di ampliamento degli stanziamenti delle tribù/popoli.
Invece di commerciare per interposta persona era meglio entrare in contatto direttamente con l'utilizzatore finale (se non si riusciva ad entrare in possesso della zona di produzione).
Resta comunque il fatto che il possesso del "bene U.d.M." sarà causa di un aumento esponenziale di avidità nelle popolazioni e del conseguente aumento di guerre tra le popolazioni stesse ma questo lo cercherò di spiegare la prossima volta, se ancora avrò voglia di scrivere su questo argomento....
Ciao







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